Roma ‘600

20,00

Roma ‘600

I Bassifondi:

Gabriele Miracle: percussioni

Stefano Todarello: colascione, chitarra battente, sordellina

Simone Vallerotonda: liuto, arciliuto, tiorba, chitarra barocca e direzione

feat.

Enrico Onofri: Violino

Emoke Barath: soprano

La musica della Roma del ‘600

musiche di: Kapsberger, Valdambrini, Frescobaldi, Marchetti, Foscarini, Kircher.

Categoria:

Product Description

Roma ‘600

I Bassifondi:

Gabriele Miracle: percussioni

Stefano Todarello: colascione, chitarra battente, sordellina

Simone Vallerotonda: liuto, arciliuto, tiorba, chitarra barocca e direzione

 

feat.

Enrico Onofri: Violino

Emoke Barath: soprano

 

 

Diminuire per aumentare:

Cosa spinge un musicista ad aggiungere variazioni ad un brano?. Tutti i frontespizi, gli avvisi al lettore posti in calce alle opere per tiorba, chitarra e liuto, oltre a dare indicazioni tecniche su come eseguire arpeggi, trilli, legati… invitano l’esecutore ad aggiungere diminuzioni e abbellimenti. Quale sia il limite, la misura, il buon gusto che consente di restare verosimili, senza stravolgere lo spirito del brano, è cosa delicata e sottile. Sul Bello e i suoi canoni, l’uomo s’interroga dal Seicento a oggi, e nelle varie epoche ha cercato di stilare delle leggi universali in accordo con i mutamenti sociali e le correnti artistiche.

Le infinite pieghe che può assumere una linea, le sue trasformazioni, sono un aspetto fondante su cui poggia l’estetica barocca. “Il non ripetere due volte la stessa cosa” è un memento che abbraccia ogni arte nel seicento. La Natura, non è mai uguale a se stessa ed è in continua trasformazione, e l’uomo con la sua fragilità e limitatezza è consapevole del suo non essere più al centro dell’universo. Questo drammatico cambio di prospettive chiede all’atto creativo di inserirsi in un flusso molto più grande, in eterno quanto effimero movimento. “Tutto scorre” insegnavano i maestri greci, e questo fluire, questo trasformarsi e ripiegare su se stessi e fuori di sé, è ciò che in musica si traduce con le infinite possibilità in cui una melodia può essere riscritta e abbellita. Ogni danza dell’epoca, diviene una tela su cui dipingere ogni volta con colori diversi, variando lo stesso materiale con sfumature infinite.

 

Ricerca dei suoni e approccio esecutivo:

La rielaborazione delle danze per chitarra giunteci in alfabeto, cioè nella versione con gli accordi e il ritmo scritti, è l’oggetto di questo album. Immaginare queste brevi composizioni come canovacci su cui improvvisare, è stato come accettare una scommessa con il tempo: entrare in un linguaggio antico di secoli, senza preconcetti, cercando di utilizzare tutte le sfumature ritmiche, armoniche e melodiche della letteratura barocca. Ancora oggi molte stravaganze presenti nelle opere per chitarra, tiorba, liuto, sono viste con un occhio romanticamente borghese, che tende ad addolcirne e ammorbidirne la realizzazione, o addirittura a correggerne l’esecuzione.  La musica romana di questo periodo è piena di armonie dissonanti, di glissandi sulla corda, di effetti e ritmi bizzarri modernissimi (vedi track n°1).

Abbiamo quindi cercato di miscelare i suoni dei pizzichi e delle percussioni, assecondando il carattere di ogni brano, sia esso popolare o colto. E tutto ciò secondo i suggerimenti delle fonti iconografiche, musicali, storiche e soprattutto senza la paura di osare.

2017 I BASSIFONDI ENSEMBLE