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Alfabeto falso
La Nuova inventione d’intavolatura, per sonare li balletti sopra la chitarra spagniuola, pubblicata nel 1606 per mano di Girolamo Montesardo, fu un’opera che rivoluzionò in maniera radicale il modo di scrivere ed eseguire la musica per chitarra. Per la prima volta si proponeva un sistema assai pratico di notazione per chitarra: l’alfabeto. Esso consisteva nella corrispondenza di ogni accordo, sia esso maggiore o minore, ad una lettera. Questo semplicissimo modo di scrittura offriva la possibilità a chiunque possedeva una chitarra, amatore o professionista, di poter finalmente suonare una danza o accompagnare una voce, eseguendo le “lettere” poste sopra un semplice rigo, avente sopra indicato il ritmo.
Il proliferare di opere stampate in notazione d’alfabeto, contenenti arie famose, bassi ostinati, danze, fu presto enorme. Questo “linguaggio” era il tratto distintivo dei chitarristi, espressione di una preziosa e variegata tecnica di rasgueado o meglio picco e repicco, in grado di realizzare ogni sorta di ritmo. Accanto all’alfabeto ordinario, i chitarristi solevano utilizzare una sorta di alter ego complementare: l’alfabeto falso. Esso raccoglieva gli stessi accordi dell’alfabeto ordinario, sporcati da acciaccature e note estranee all’accordo. L’idea di accordo come colore armonico fu così, per la prima volta, messa in pratica dai chitarristi italiani del primo ‘600, che ne fecero il loro elemento peculiare e unico.
The treatise Nuova inventione d’intavolatura, per sonare li balletti sopra la chitarra spagniuola (“A newly invented tablature for playing balletti on the Spanish guitar”), published in 1606 by Girolamo Montesardo, radically revolutionized the way to write and perform guitar music. For the first time, an extremely practical guitar notation was proposed: the alphabet. It consisted in the correspondence between any chord, whether major or minor, and a letter. This simplified way of writing finally enabled any amateur or professional musician who owned a guitar to play a dance or accompany a voice, by performing the “letters” written on a single stave with superimposed rhythmic information. The proliferation of works printed in alphabetical notation, including favourite tunes, ground basses, dances, was soon enormous. This “language” – conveying a precious and varied technique of rasgueado (aka “picco e repicco”, or quick strumming) capable of realizing any kind of rhythm – was a distinguishing feature for guitarists. Next to the ordinary alphabet, they used to employ a complementary alter ego of sorts: the false alphabet. It included the same chords as the former, but “dirtied” with extraneous and crushed notes (acciaccaturas). The idea of using chords as harmonic colour was therefore, for the first time, put into practice by Italian guitarists of the early 17th century, who made it their peculiar and unique element.